Galleria Studio G7

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  • duemila
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  • '80
  • '70

Galleria d'arte contemporanea fondata a Bologna da Ginevra Grigolo nel 1973 e oggi diretta da Giulia Biafore, Galleria Studio G7 sviluppa un programma culturale attraverso il confronto diretto con gli artisti che rappresenta in un’ottica di promozione e diffusione internazionale delle loro ricerche. Galleria Studio G7 partecipa alle più importanti fiere d’arte contemporanea italiane vantando una significativa e crescente presenza anche nel contesto internazionale. Al programma espositivo in galleria affianca una costante collaborazione con istituzioni pubbliche e private nel contesto nazionale ed europeo.

Nel nuovo millennio la galleria presenta, dal 2005 al 2008, le personali di LeWitt, Nagasawa, Poirier, Tremlett, Erben.
L’attività prosegue con precipuo interesse nei confronti delle ultime tendenze presentando le ricerche di Mariateresa Sartori, Daniela Comani, Flavio de Marco, Gregorio Botta.
Dal 2009 Galleria Studio G7 lascia la sua sede storica e prosegue la sua attività unicamente nello spazio Ex Falegnameria che prenderà il nome storico della galleria.
Nell’aprile 2017 la galleria celebra i 44 anni di attività realizzando negli spazi del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, una retrospettiva capace di ripercorrere la propria storia e sottolineare come ogni artista sia stato fondamentale nel percorso e nella definizione di quello che è il modo di fare arte contemporanea della galleria.

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…Ogni artista, nelle sue sfaccettature, è stato importante nel mio percorso, nella definizione della mia strada, e nel mio modo di fare arte contemporanea. Ho un ricordo diverso e personale di tutte le esposizioni e ancora oggi, alla sede ormai consolidata del civico 4/A, ogni nuovo progetto diventa novità e opportunità di ricerca futura.
È un mestiere che ha reso la mia vita bella, dinamica, un continuo flusso senza soste o fermate: un percorso che vorrei non finisse mai. La pittura, la scultura, sono qualcosa che ho dentro, che è parte di me, che non trova i giusti termini per poter essere pienamente esternato, è un fascino che avrebbe bisogno forse di due vite per fare, rifare, per trasformare l’arte.
May way, a modo mio, è la testimonianza che quello che ho costruito è forse stato importante, non solo per me, ma anche per chi all’arte si avvicina in un modo forse diverso dal mio, ma con qualcosa di mio. Non si tratta di un addio, è un arrivederci e un invito alle prossime sorprese che lo Studio G7, come è solito fare, riserva alla propria città, ai propri amici, e alle conoscenze future. Sperando di continuare questa strada nel mio tempo infinito, auguro alle generazioni a venire di avere il privilegio di fare, come è successo a me, di passione lavoro, di lavoro vita.

(Ginevra Grigolo, dal catalogo My Way, A Modo mio. Ginevra Grigolo e lo Studio G7, 44 anni tra attualità e ricerca, Corraini Edizioni)

Nel corso degli anni Novanta altri nomi stranieri fanno il loro ingresso in galleria: il catalano Hernandez Pijuan, la coreana Chung Eun-Mo, i tedeschi Raimund Girke, Ulrich Erben, Thomas Deyle, l’inglese David Tremlett.
 Continua la partecipazione ad alcune delle più importanti fiere internazionali quali Basilea, Colonia, Madrid, Francoforte, Los Angeles, Bologna, permettendo a Galleria Studio G7 di acquisire notorietà all’estero e ampliare le proprie conoscenze oltre i confini nazionali.
Nel 1994 un nuovo spazio si aggiunge alle sale espositive della galleria, la Ex Falegnameria, situata proprio di fronte la sede storica di Studio G7. Ne utilizzano le pareti David Tremlett che nel 1998 vi realizza un grande wall drawing, Hidetoshi Nagasawa e Ulrich Erben.
Nelle scelte effettuate dalla galleria nel corso degli anni, accanto al rigore scientifico, riveste grande importanza la centralità dell'opera d'arte che è dotata di un linguaggio autonomo.
Questioni come il ruolo passivo dello spettatore di fronte alla sollecitazione dei mass-media, l’atmosfera insondata di ambienti sospesi e stranianti, il confine sfumato tra bidimensionalità del disegno e tridimensionalità scultorea sono solo alcuni dei temi entro i quali si muovono le personalità che accompagnano la ricerca della galleria.

Nel corso degli anni Ottanta, il lavoro di ricerca è affiancato al consolidamento delle relazioni iniziate negli anni dell'apertura. Durante questo periodo vedono la luce rassegne incentrate su tematiche specifiche come Voluti inganni. Disegno degli scultori italiani 1945 - 1987 dove vengono passate in rassegna le opere di 37 artisti e Il limite infinito, serie di mostre incentrate sul tema del corpo materico dell'opera.
Occupano lo spazio di tre stagioni le mostre a coppia iniziate con Bartolini e Guerzoni alternate da personali importanti. Appartengono infatti a questo decennio gli incontri con artisti stranieri di fama internazionale tra cui si menzionano Anne et Patrick Poirier, Bill Beckley e Sol LeWitt, il quale crea, nel 1986, una suggestiva ed avvolgente atmosfera con il wall drawing Arcs from four sides on four walls.
L’esperienza del wall drawing testimonia ancora una volta la capacità della Galleria di rinnovarsi e anticipare i tempi, sensibilizzando il pubblico nei confronti di artisti fondamentali nel panorama contemporaneo e ancora poco conosciuti in Italia.
Seguiranno altri lavori sulla parete quali quelli di David Tremlett, Flavio De Marco, Hidetoshi Nagasawa ed Ulrich Erben.

Galleria Studio G7 viene fondata il 13 ottobre 1973 da Ginevra Grigolo in una Bologna ricettiva e carica di fermento.
La festa inaugurale coincide con la personale di Michelangelo Pistoletto in occasione della quale gli specchi d'acciaio dell'artista si sovrappongono alle pareti della galleria che, trasformate in "opere aperte", coinvolgono al loro interno lo spazio circostante.
In accordo con il progetto iniziale, che sosteneva il principio di valorizzazione del multiplo per la sua maggiore accessibilità verso fasce di pubblico più ampie, le scelte espositive che seguono si concentrano sugli artisti della Pop Art inglese e americana con i lavori di Rauschenberg, Dine, Johns, Warhol, Lichtenstein, Rosenquist, Jones, Hamilton, Kitay, Tilson.
L'attenzione per l'Iperrealismo americano e quella successiva per artisti come Albers, Nauman, Serra, Francis testimoniano la volontà di documentare le tendenze più importanti su cui è incentrata la ricerca di quegli anni assieme all'attività di ricognizione e scoperta.
Sotto la stessa spinta l'interesse si allarga all'arte povera e all'arte concettuale che vede protagonisti degli eventi in galleria artisti come Griffa, Penone e Zorio.
In questo periodo inizia la collaborazione con Franco Guerzoni e Giulio Paolini, protagonisti rispettivamente nel 1973 e nel 1974 delle personali Archeologia e Apoteosi di Omero.
Rientra nel primo decennio di attività l’esperienza dell’environment, di cui ricordiamo la personale di Mac Adams, la performance Relazione nel tempo di Marina Abramovic e Ulay e Porci in alto, non è il caso di Luca Maria Patella.
Come centro di sperimentazione culturale Studio G7 dedica per un certo periodo parte della sua attività a forme creative più varie, si assisterà infatti alla presentazione di film, diapositive, libri e video; resta indimenticabile il concerto di Franco Battiato l'anno dell'apertura (1973).
Dal 1976 fino al 1981, sotto la direzione di Miro Bini e successivamente di Adriano Altamira, è pubblicata dalla galleria la rivista G7 Studio che vede coinvolti studiosi, docenti, critici ed artisti.
Alla fine degli anni '70, grazie anche alla partecipazione ai più importanti eventi fieristici nazionali e internazionali, Studio G7 entra a pieno merito nel gruppo delle gallerie culturalmente più impegnate dello scenario italiano.

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